Ma che onore... in Consiglio si è fatto vedere anche il Giampiero
Stralci dell'intervista di Enrico Pirondini a Mario Maestroni. E' diventato presidente della popolare Cremona dopo l'assemblea del 29 novembre 2003 che ratificato l'operazione dell'allora Bipielle, divenuta poi Banca popolare Italiana.
Dottor Maestroni, da poche settimane lei è il nuovo presidente della Banca Popolare di Cremona e già carne al fuoco ce n'è parecchia. Da dove cominciamo? Dall'ultimo vostro consiglio che, per la prima volta, ha registrato la presenza del dottor Fiorani? «E' una buona partenza. Perché è stato un Consiglio molto importante, contraddistinto da momenti di approfondimento ed! confronto sereno sui numerosi temi in agenda. Con Fiorani abbiamo tracciato alcuni, significativi, programmi per il futuro della Banca sul suo territorio di riferimento». L'acquisizione della Popolare da parte del gruppo Bipielle ha fatto molto rumore. Lei, questo passaggio, lo considera una svolta o un potenziamento dei servizi? «Guardi, l'alleanza tra le banche di Cremona e Lodi ha portato anzitutto alla nascita di uno dei più importanti gruppi bancari della Lombardia, con leadership di mercato nelle rispettive province e nei distretti economici di riferimento. E' stato un passaggio teso a consolidare e sviluppare, sfruttando le sinergie. Ma mantenendo tutta l'autonomia gestionale necessaria per dare i migliori servizi». (...) Gli operatori confermano un diffuso ottimismo, pur con le eccezioni del tessile, dell'abbigliamento, del settore pelli-calzature. Perché? «Beh, sta prevalendo la fiducia nella crescita della domanda interna mentre forse nel solo comparto siderurgico si prevede un aumento della domanda estera. Ed in questo scenario complesso noi possiamo fare molto». Ad esempio? «In tempi diversi ci sarà lo stanziamento di un plafond di 100 milioni di curo a favore di nuove iniziative sul territorio e di un plafond di 50 milioni di curo per il sostegno della occupazione. Quanto alle province limitrofe certamente confermo quel che lei ha detto e cioè che sono ricche e non escludiamo che ne valuteremo alcune. Ma la provincia di Cremona è, e continuerà ad essere, un luogo privilegiato del nostro core business». |